La Giunta – con la denominazione di Giunta centrale per gli studi storici – è stata istituita con Regio Decreto Legge 20 luglio 1934, n. 1226, nel quadro di una riorganizzazione delle istituzioni per gli studi storici già esistenti (create tra il 1883 e il 1933). Compito della Giunta, come recita l’art. 6, è quello di coordinare l’attività delle Reali Deputazioni e Società di storia patria. Ma, di fatto, l’istituzione della Giunta risponde ad un’esigenza complessiva di coordinamento tra i vari Istituti, che trova espressione nella sua composizione: oltre al Presidente e a quattro membri di nomina governativa, la Giunta ha come membri di diritto i Direttori degli Istituti allora esistenti (il Regio Istituto storico italiano per il Medioevo, il Regio Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, la Società nazionale per la storia del Risorgimento).
Con i successivi Regi Decreti Leggi 107 e 109 del 25 febbraio 1935 (il primo dei quali istituisce il Regio Istituto italiano per la storia antica) viene aumentato il potere di controllo della Giunta, superando il mero compito di coordinamento del provvedimento istitutivo: gli Istituti sono classificati come organi della Giunta e tutte le istituzioni operanti nell’ambito delle ricerche e negli studi storici ne divengono dipendenti. Alla Giunta viene inoltre attribuita la rappresentanza italiana nel Comitato internazionale di scienze storiche, superando così l’apposito Comitato istituito con il R.D. 3218 del 15 novembre 1928. Oltre al presidente Cesare Maria De Vecchi, fanno parte della prima Giunta Gioacchino Volpe, Annibale Alberti, Francesco Salata, Emilio Re.
L’opera di irreggimentazione del settore passa per due provvedimenti: il Regolamento per le Deputazioni (che vennero uniformate come organi periferici della Giunta perdendo ogni specifica autonomia e caratterizzazione) e il riordinamento previsto dal RDL 770 del 29 aprile 1937. Con esso veniva nominato Vicepresidente Francesco Ercole e allargata la composizione della Giunta in cui entrano anche Giuseppe Cardinali, Pericle Ducati, Pietro Fedele, Carlo Galassi Paluzzi, Alberto M. Ghisalberti, Roberto Paribeni e Raffaello Morghen, dal 1942 con funzioni di segretario generale.
L’attività del periodo che precede la seconda guerra mondiale si sviluppa essenzialmente nella realizzazione del progetto della Bibliografia storica nazionale, il cui primo volume è relativo al 1939, e nelle relazioni con il Comitato internazionale di scienze storiche, sia per quanto riguarda la partecipazione ai congressi che alla International Bibliography of Historical Sciences. Tra il 1935 e il 1942 la Giunta curò, con la direzione di Volpe, anche la pubblicazione della Rivista storica italiana.
Negli anni della guerra la Giunta ridusse l’attività praticamente alla sola redazione della Bibliografia Storica Nazionale (BSN) e alla funzione di ripartizione delle risorse verso le Deputazioni. Con il crollo del regime fascista venne abbandonata l’impostazione centralistica dell’organizzazione degli studi storici anche se vi furono, in realtà, elementi di continuità. Come per altri casi, venne utilizzato l’istituto del Commissariamento affidato in questo settore a Gaetano De Sanctis (28 settembre 1944), che svolse per sette anni il compito nominando per ogni Istituto storico un Comitato consultivo. In questo periodo, oltre alla pubblicazione della BSN, la ripresa delle attività venne segnata dalla riorganizzazione dei rapporti con le Deputazioni, alle quali il DLCPS 245 del 24 gennaio 1947 restituì l’autonomia, e dalla ricucitura delle relazioni con il Comitato internazionale, che portò alla partecipazione al IX Congresso (Parigi 1950) nel corso del quale venne deciso che il X si tenesse a Roma nel 1955.
Terminata la gestione commissariale (ottobre 1951), la Giunta venne ricostituita con presidente Aldo Ferrabino e con Giuseppe Cardinali, Federico Chabod, Raffaele Ciasca, Giuseppe R. Ermini, Alberto M. Ghisalberti, Walter Maturi, Raffaello Morghen, Raffaele Pettazzoni, Ernesto Pontieri come membri, ai quali si univa anche Guido Arcamone, il Direttore generale delle Accademie e Biblioteche. L’impegno principale dei primi anni fu quello della preparazione del X Congresso internazionale, affidato in primo luogo a Chabod, vice presidente della Giunta e membro del Bureau del Cish. Al Congresso parteciparono più di 1600 studiosi tra i quali anche quelli provenienti dai paesi dell’est Europa e il suo successo contribuì anche a far eleggere Chabod alla presidenza del Comitato internazionale.
Analogo successo ebbe l’ottavo congresso internazionale di storia delle religioni organizzato a Roma sempre nel 1955. Per la celebrazione del Centenario la Giunta organizzò, insieme alla Deputazioni, il convegno storico Il movimento unitario nelle regioni d’Italia.
Dopo la morte di Chabod e Maturi, entrarono a far parte della Giunta Paolo Brezzi ed Ernesto Sestan. Oltre al lavoro scientifico in questo periodo la Giunta si impegnò per elaborare un testo di riforma del settore con la formazione anche di una Commissione specifica che funzionò tra il 1964 e il 1965 e poi ancora tra il 1966 e il 1967. Questo lavoro venne anche influenzato da una relazione dialettica, a volte conflittuale, con la neonata Società degli storici italiani. Tra i due organismi comunque si sviluppò anche una proficua collaborazione per l’organizzazione di un convegno sulla storiografia italiana dei due decenni postbellici, i cui risultati vennero presentati al Congresso internazionale di Mosca del 1970. Si arrivò anche a co-promuovere il Secondo congresso nazionale di scienze storiche nel 1972. In quell’anno venne nominato presidente Ermini a seguito della morte di Ferrabino, Pontieri assunse la carica di vicepresidente ed entrò nella Giunta Armando Saitta, divenuto presidente dell’Istituto per la storia moderna e contemporanea. Completeranno l’organismo anche Domenico Demarco e Giovanni Spadolini. Nel decennio si svilupparono anche attività bilaterali con le rappresentanze storiografiche di diversi paesi che diedero luogo ai congressi con Urss, Polonia, Francia. Nel 1980 Demarco venne nominato vicepresidente del Cish. Da ricordare, in quello stesso anno, che la Giunta venne inserita nella tabella per i contributi alle istituzioni culturali istituita dalla legge 123. Sempre nel 1980 muore Pontieri e quindi Spadolini diviene vicepresidente ed entra come membro Giovanni Vitucci. La composizione muta ancora dopo la morte di Ermini: Spadolini viene nominato presidente, Sestan vicepresidente e Girolamo Arnaldi subentra a Morghen, Nel 1982 si tiene un incontro nazionale sulla riorganizzazione del settore degli istituti storici promosso dalla Giunta insieme agli Istituti storici nazionali, alle Deputazioni e Società di storia patria, ai più importanti Musei ed istituti culturali. In seguito alla morte di Ghisalberti entra nella Giunta Emilia Morelli. Tra il 1988 e il 1989 vennero organizzati, anche per rafforzare la collaborazione con gli organismi di storia patria, tre convegni su Stato e società articolati per l’età medievale (con la Deputazione ferrarese), moderna (con quella sarda) e quella contemporanea con la Società Salernitana. Nell’ultimo decennio del secolo si susseguono, dopo la presidenza Spadolini, quella di Renzo De Felice (1994-1996) e poi di Rosario Villari, durante la quale, per la prima volta, si è tenuta in Italia l’assemblea del Comité International des Sciences Historiques (Spoleto 30-31 agosto 1997) dedicata in particolare alla preparazione del Congresso internazionale di Oslo (7-13 agosto 2000).
Il nuovo secolo si apre con una nuova composizione della Giunta che ha cercato di portare a compimento il rinnovamento istituzionale e quello delle attività. In questo secondo compito si segnala la digitalizzazione della BSN e la sua pubblicazione on line, la ripresa di relazioni di collaborazione con la rete delle Deputazioni, la proposta di collaborazione continua con le associazioni e consulte degli storici italiani. Se questo ha prodotto risultati concreti e di un certo rilievo, la presidenza di Paolo Prodi (2001-2012, vice presidente Pietro Pastorelli, membri Giuseppe Talamo, Luigi Lotti, Massimo Miglio, Andrea Giardina, Pietro Scoppola, Giovanni Miccoli, Gabriele De Rosa, Franco Bolgiani, Brunello Vigezzi) non è invece riuscita a vedere terminato il processo legislativo che doveva portare ad una nuova definizione del settore.
L’iter di riforma del regolamento ha una lunga gestazione. L’origine si può far risalire alla Legge 419/1999, ed alle norme ad essa collegate, che prevedevano un riordinamento del sistema degli enti pubblici nazionali. La Giunta formulò una propria proposta di regolamento che venne presentata al Ministero nel luglio del 2001. Da allora ci sono state varie versioni del testo fino a quello approvato su proposta di Urbani, allora Ministro per i Beni e le Attività culturali, dal Consiglio dei Ministri n. 167 del 3 agosto 2004. Infine, l’unificazione strutturale della Giunta centrale per gli studi storici e degli Istituti storici, è stata regolamentata nel novembre 2005 con l’emanazione di uno specifico decreto (DPR 11 novembre 2005, n.255, che ha mutato la denominazione dell’organo in Giunta Storica Nazionale).
Dopo una fase interlocutoria, il 28 ottobre 2009 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto presidenziale per il riordino della Giunta centrale per gli studi storici e degli Istituti storici. Da quel momento la situazione è stata sbloccata solo per la composizione degli organi (nell’ottobre 2012 in conseguenza delle dimissioni di Paolo Prodi, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha nominato nuovo presidente della Giunta il prof. Andrea Giardina e poi come membri il prof. Giorgio Chittolini, la prof.ssa Raffaella Gherardi e la prof.ssa Maria Antonietta Visceglia). Nel frattempo però le attività non si sono fermate ed hanno portato anche ad un nuovo riconoscimento internazionale con la nomina nel Bureau del Cish di Andrea Giardina.
Con DPR 22 giugno 2023, n. 108, sono state ridefinite le procedure di nomina dei componenti della Giunta, che risulta attualmente composta come segue: Presidente, Prof. Francesco Perfetti; proff. Ester Capuzzo, Massimo de Leonardis, Stefano De Luca, Andrea Zorzi; prof. Alessandro Campi, Direttore dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano; prof. Giuseppe Parlato, Direttore dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea e vice-Presidente della Giunta; prof. Umberto Roberto, Direttore dell’Istituto italiano per la storia antica; prof.ssa Renata Cantilena, Direttore dell’Istituto italiano di Numismatica; prof. Paolo Maria Mancarella, Presidente della Domus Mazziniana.
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